martedì 31 luglio 2012

Mousse al sole: dove sarà Roberto?


Cucù!
Oggi, il Governatore Formigoni non mi si è presentato al consiglio della Regione Lombardia. Sabato ha bigiato l’incontro con i PM. 
Proprio non si capisce come mai: questa è la stagione ideale per sfoggiare le sue camicie migliori. L’atmosfera poi, così gravida di immondi veleni a suo carico, sembrerebbe il set perfetto per uno dei suoi show. E invece lui che fa? Ci sparisce così! Dopo aver vaticinato che vincerà 12 a  0, il Mousse più Montato del Mediterraneo si invola senza preavviso, lasciando orfane noi studiose di un soggetto  tortomantico di grande interesse: un raro esempio di Mousse, resistente al caldo vento del biasimo e dell’evidenza.
Mousse sovrana
Fatto un rapido calcolo, oso pensare che stia facendo il ponte lungo ma, visto che gli Yacht di Daccò sono un tantino blindati, resta da capire dove sia finito.
Conoscendo la sua nota predisposizione per le vacanze con la ‘compa’ (non quella delle Opere, che avete capito?), ipotizzo che abbia prenotato un all inclusive per Sharm, nella certezza che gli animatori capitoleranno prima o poi: concedendogli di guidare l’Alligalli e di organizzare i giochi di gruppo. 
Io ce lo vedo bene, voi no?



Su, Roby, pensaci, è quella la tua strada! Se ti impegni puoi diventare capo animatore. Lì, se ti capita di barare con i bigliettini, non ci sono mica i radicali a romperti le scatole. Lì, se una turista ti omaggia di un simpatico pensierino, non devi rispondere di niente! Non come qua, che per ogni bazzecola ti tocca conferire con i giudici. Poi - vuoi mettere? - potresti sfoggiare le tue mise fiorate quando credi. 
Guarda, se mi dici che ci pensi, ti prometto che facciamo arrivare anche la Nicole. Sarebbe stupenda a gestire i corsi di acquagym.
Pensaci Roby, non è tardi per cambiare vita!


Camiciola elettorale






martedì 24 luglio 2012

Femmine e Pizze

Mi dice mio zio: “Bettina, la Tortomanzia è una scienza avversa agli uomini. Tua zia mi ha appena dato del budino. Ma ora lo scrivo io un libro: Femmine e Pizze. Poi vediamo come va a finire!”
Ci resto male. Mai avrei pensato di disseminare discordia in famiglia, ma il progetto dello zio suona carico di presagi e visioni. E’ innegabile, ci ha azzeccato.
Ora, lungi da me scippare l’idea allo stimatissimo congiunto, ma in attesa delle bozze del suo scottante volume, vi dirò perché Norberto Dal Bosco, a mio giudizio, ci ha visto bene.
Dato il valore che la lingua italiana attribuisce, in secondo grado, al termine pizza, si potrebbe credere che la similitudine femmine\pizze sia del genere: “Le donne? Sai che pizza!”. No, no, no, la visione dello zio è andata ben oltre e, per ragioni di consanguineità, il cuore della faccenda ora mi si palesa con allarmante chiarezza.
La natura della pizza spiega l’essenza della passione femminile, ne descrive gli eccessi e le insidie, ne prefigura gli esiti peggiori.
Pensiamo alla pizza più semplice, l’Innocua Margherita. Un mucchietto di pasta da poco uscito dalla lievitazione dell’adolescenza e spianato appena dal mattarello della vita, un fiocco di mozzarella qua, un pizzico di origano la, l’arrossire pudico del pomodoro…
Ora immaginate Marghe, tenera e fresca di speranze, che viene precipitata nell’inferno (o ‘inforno’) dell’amore.
Ne esce, si capisce, surriscaldata, croccante, e appiccicosa. Fumante e ribollente, si attacca al palato dell’amante, gli scotta le dita, gli si riversa svenevole e lasciva sulla cravatta.
 Masochista, lui pensa di mangiare, ma è divorato; le gengive gli fanno male, la cravatta è inservibile, e il fili della passione gli si aggrovigliano elastici sul mento. Dopo un po’, per puro spirito di sopravvivenza, molla la pizza e si beve un sorsetto di birra. Margherita, intanto si raffredda, ma non lo dà a vedere. Lui ricomincia a mangiare e avverte, appena appena,  qualcosa di ostico che gli si ferma per un istante sul gargarozzo … sì c’è bisogno di un altro goccetto di birra, forse due. Margherita ora sta distesa fredda e risentita sul piatto; lui l’addenta con la consueta lena, ma proprio gli pare freddina, resistente e gommosa come un cevingum.
Vabbè dice lui, me la porto a casa e la rimetto un po’ nel forno.
Col cavolo pensa Margherita: dovevi approfittarne prima, quando ancora ardevo di passione, adesso sono solo cazzi tuoi.
Il poveretto torna a casa, accende il grill dell’amore domestico e prova far rinvenire l’amante pizza. Scaldarsi si scalda, ma si è fatta rigida e gnucca; ora, quando lui l’addenta non sente più il calore della passione bensì il ribollire del risentimento: Bravo Bravo, non va giù vero? – sussurra Margherita con lo sdegno della martire – Perché non chiedi aiuto alla tua amica Birra, adesso?Ah, non ce n’è più? Come mi dispiaaace.





sabato 14 luglio 2012

Sacher Monti, la Suocera Italica e il ritorno del Millefoglie





Massima aspirazione di una madre piccolo borghese era, in tempi nemmeno troppo remoti, che la figlia sposasse un ingegnere. Bastava masticare la parola: “ingegnuere”  per sentire la bocca riempirsi di orgogliosa soggezione.  Era stimabile, per definizione,  l’Ingegnere, sobrio, un po’ distaccato ma sicuramente capace di garantire alla figliola il lustro e lo status cui mamma aspirava. Sai che Figura ci facevi con parenti e vicini tutti? “Mia figlia ha sposato un ingegnere.”

E l’ingegnere era un maschio Sacher. Un individuo prestigioso, glassato, composto.
Quando doveva ricevere l’ingegnere, mamma si faceva venire l’ernia a furia di lustrare, spendeva la tredicesima per allestire il pranzo, andava a farsi i capelli e casomai si comprava pure una cosina decente alla boutique.  Ovviamente, lui, la suocera se la filava quasi niente, ma a lei bastava un benevolo assenso alla lasagna per sentirsi ripagata. Si accontentava, santa donna, ma soprattutto intuiva che dietro la glassa di inappuntabile compostezza esibita dal genero\ Sacher, si celavano gli incessanti  rovelli  dell’Uomo Gravato di Responsabilità.


Da qualche tempo la Suocera Italica ha affidato le sorti della sua figliola a Sacher Monti, il quale, come è ben noto, non è Ingegnere ma Economista - che oggi come oggi è una bella posizione, non scherziamo!
Gli ingegneri ai giorni nostri sono decadutissimi  ma gli economisti piacciono di brutto: sono loro ad avere ereditato quel glamour pensoso che manda le suocere in solluchero. E Sacher Monti giunto a riparare le nozze infauste con il Millefoglie di Arcore  ha riempito la Suocera Italica di novello orgoglio: lui sì che ci fa fare bella figura in giro per il mondo! Finalmente un uomo serio.


Ecco perché la suocera Italica è lieta di sgobbare per un suo sorriso; ecco perché, senza fare un pio, impegna i gioielli di famiglia per garantirgli un banchetto adeguato. La suocera Italica è felice di fare i sacrifici per un uomo tanto serio: poche parole molti fatti… un po’ come il dottore, quello che ci spende un patrimonio ma è un Professore, quello che senza proferire verbo le ordina tre mesi di iniezioni  di quelle che fanno un male dell’ostrega e quindi sicuramente fanno bene.
Ma proprio adesso che la suocera s’è tanto affezionata ecco che la figlia ricomincia flirtare col Millefoglie di Arcore. O almeno così sostiene lui, ma lui, si sa, di palle ne racconta!


Potrà la Suocera Italica continuare a dormire sonni tranquilli, poveri e internazionalmente prestigiosi?
C'è chi insinua che persino lei abbia iniziato a sognare i bei tempi andati dei completini avio, l’esibizione trionfale dei bignè d’oro ai lobi delle orecchie, la fiera manifestazione di mediocrità, impugnata come diritto rivoluzionario tra un garrire di bandiere tricolore:


Dicono le malelingue che la poverina, a volte,  desidera obliarsi e sprofondare, strato dopo strato, nel pietoso oceano di fandonie propinate dal vecchio Millefoglie.
Chi lo sa? Una cosa è certa, dopo le clavate che Moody’s  ha assestato, senza pietà,  sulla glassa imperturbabile di Sacher Monti,  la suocera italica sicuramente dorme male.


sabato 7 luglio 2012

coming soon

Sono un essere lento: sto incubando questo primo post da un mesetto circa. Ma temo che il parto non sia maturo. Quindi torno alla catatonia, nella speranza che qualcosa di intelligente, o apparentemente tale, prima o poi mi assalga.