lunedì 9 giugno 2014
Scrittrice Braccata e Scrittrice Criminale
Solo ora riesco a fuggire da una cella frigorifera in cui una squadraccia di manigoldi ha cercato di ibernarmi, per due annetti circa, allo scopo evidente di impedire la diffusione della tortomanzia quale scienza rivoluzionaria. Se la ridevano i felloni alludendo, pare ovvio, al contrappasso.
Sventati, ahimè temporaneamente, i piani della reazione, eccomi quindi tra voi: vittima di un impietoso shock termico, i neuroni vacillanti, i polpastrelli gementi; ma prima che le forze controrivoluzionarie riescano ad avere la meglio su di me, voglio segnalarvi la casa editrice che mi ha aiutato a sopravvivere nella cella siberiana del freezer: si chiama Astoria, pubblica romanzi di taglio umoristico: impietosamente femminili.
giovedì 27 settembre 2012
Mr. Pudding: come può un budino spezzarvi il cuore?
Settembre
è il più crudele dei mesi, altro che aprile! Squilla il telefono, una due tre volte.
E ogni volta singhiozzi argentei mi si riversano sulla guancia: tre femmine,
dico tre, abbandonate, turlupinate, deluse da un Budino! Mister Pudding ha
colpito ancora. Mr Pudding, ovvero l’essenza molle e proteiforme che abita certi
maschi. Mr Pudding, ovvero l’arte del riversarsi altrove non appena il vostro
stampo non gli aggrada più. Mr Pudding prima si scodella sui vostri sentimenti con trepidi ritagli di
parole, poi vi invischia con le sue mute malinconie, infine si spiaccica
immobile, che sembra morto, sul divano di casa vostra. Avete cercato di
rianimarlo, lo so… ma niente. Né una scenata, né un whisky e nemmeno un punch
al mandarino hanno potuto restituirgli il soffio vitale. E come poteva
essere? Lui c’era, ma non era lì: la sua
essenza stava già trasmigrando altrove. Budino stava sognando altri stampi, magari più
freddi e rigidi del vostro amore part time, oppure più laschi e tiepidi - non lo so, questi non sono mica affari miei.
Una cosa però la so: un budino senza uno stampo non può vivere! Può anche
raccontarsi di amare la libertà, ma quello di cui ha bisogno è una cella (frigorifera). Quindi
amiche del mio cuore, non affliggetevi se è scivolato via: siete femmine, mica
carcerieri.
NB:
E poi, da dal punto di vista fisico, un budino per spezzare un cuore deve
cadere da altezze decisamente vertiginose. E la cella freezer non raggiunge
nemmeno i due metri.
mercoledì 19 settembre 2012
Mestizia: Pasticceria Italia
Mi
riaffaccio con consueto ritardo. Avrei voluto trovare parole profetiche per esprimere i disastri delle “Pasticceria
Italia”, ma la desolazione del quadro mi serra la gola e mi fa riporre gli
alambicchi. Di fronte allo sfacelo della Pasticceria Guida di questo paese,
Bettina ammutolisce; questi scontri ridicoli tra Babà arroganti e contegnosi Sacher, questo gonfiarsi di Mousse
senza consistenza, questo opportunismo da Budini che si travasano da uno stampo
all’altro, quest’esercito di Millefoglie carichi di nuovi strati e altrettante
menzogne, questa riproposizione di Sbrisoloni raffermi e di Margheriti omologati…questa roba, dunque, mi obbliga a guardare a un altro futuro.
La
Tortomanzia applicata alla politica è scienza delle catastrofi.
martedì 31 luglio 2012
Mousse al sole: dove sarà Roberto?
Cucù! |
Proprio non si capisce come mai: questa è la stagione ideale per sfoggiare le sue camicie migliori. L’atmosfera poi, così gravida di immondi veleni a suo carico, sembrerebbe il set perfetto per uno dei suoi show. E invece lui che fa? Ci sparisce così! Dopo aver vaticinato che vincerà 12 a 0, il Mousse più Montato del Mediterraneo si invola senza preavviso, lasciando orfane noi studiose di un soggetto tortomantico di grande interesse: un raro esempio di Mousse, resistente al caldo vento del biasimo e dell’evidenza.
Mousse sovrana |
Fatto
un rapido calcolo, oso pensare che stia facendo il ponte lungo ma, visto che gli Yacht
di Daccò sono un tantino blindati, resta da capire dove sia finito.
Conoscendo
la sua nota predisposizione per le vacanze con la ‘compa’ (non quella delle Opere,
che avete capito?), ipotizzo che abbia prenotato un all inclusive per Sharm, nella
certezza che gli animatori capitoleranno prima o poi: concedendogli di guidare
l’Alligalli e di organizzare i giochi di gruppo.
Io ce lo vedo bene, voi no?
Io ce lo vedo bene, voi no?
Su, Roby, pensaci, è quella la tua strada! Se ti impegni puoi
diventare capo animatore. Lì, se ti capita di barare con i bigliettini, non ci
sono mica i radicali a romperti le scatole. Lì, se una turista ti omaggia di un simpatico pensierino, non devi rispondere di niente! Non come qua, che per ogni bazzecola
ti tocca conferire con i giudici. Poi
- vuoi mettere? - potresti sfoggiare le tue mise fiorate quando credi.
Guarda, se mi dici che ci pensi, ti prometto che facciamo arrivare anche la Nicole. Sarebbe stupenda a gestire i corsi di acquagym.
Pensaci Roby, non è tardi per cambiare vita!
Guarda, se mi dici che ci pensi, ti prometto che facciamo arrivare anche la Nicole. Sarebbe stupenda a gestire i corsi di acquagym.
Pensaci Roby, non è tardi per cambiare vita!
Camiciola elettorale |
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martedì 24 luglio 2012
Femmine e Pizze
Mi
dice mio zio: “Bettina, la Tortomanzia è una scienza avversa agli uomini. Tua
zia mi ha appena dato del budino. Ma ora lo scrivo io un libro: Femmine e
Pizze. Poi vediamo come va a finire!”
Ci
resto male. Mai avrei pensato di disseminare discordia in famiglia, ma il
progetto dello zio suona carico di presagi e visioni. E’ innegabile, ci ha
azzeccato.
Ora,
lungi da me scippare l’idea allo stimatissimo congiunto, ma in attesa delle
bozze del suo scottante volume, vi dirò perché Norberto Dal Bosco, a mio
giudizio, ci ha visto bene.
Dato
il valore che la lingua italiana attribuisce, in secondo grado, al termine
pizza, si potrebbe credere che la similitudine femmine\pizze sia del genere:
“Le donne? Sai che pizza!”. No, no, no, la visione dello zio è andata ben oltre
e, per ragioni di consanguineità, il cuore della faccenda ora mi si palesa con
allarmante chiarezza.
La
natura della pizza spiega l’essenza della passione femminile, ne descrive gli
eccessi e le insidie, ne prefigura gli esiti peggiori.
Pensiamo
alla pizza più semplice, l’Innocua Margherita. Un mucchietto di pasta da poco
uscito dalla lievitazione dell’adolescenza e spianato appena dal mattarello della vita, un fiocco di mozzarella qua,
un pizzico di origano la, l’arrossire pudico del pomodoro…
Ora immaginate Marghe, tenera e fresca di speranze, che viene precipitata nell’inferno (o ‘inforno’) dell’amore.
Ora immaginate Marghe, tenera e fresca di speranze, che viene precipitata nell’inferno (o ‘inforno’) dell’amore.
Ne
esce, si capisce, surriscaldata, croccante, e appiccicosa. Fumante e ribollente,
si attacca al palato dell’amante, gli scotta le dita, gli si riversa svenevole
e lasciva sulla cravatta.
Masochista, lui pensa di mangiare, ma è
divorato; le gengive gli fanno male, la cravatta è inservibile, e il fili della
passione gli si aggrovigliano elastici sul mento. Dopo un po’, per puro spirito
di sopravvivenza, molla la pizza e si beve un sorsetto di birra. Margherita,
intanto si raffredda, ma non lo dà a vedere. Lui ricomincia a mangiare e
avverte, appena appena, qualcosa di
ostico che gli si ferma per un istante sul gargarozzo … sì c’è bisogno di un
altro goccetto di birra, forse due. Margherita ora sta distesa fredda e
risentita sul piatto; lui l’addenta con la consueta lena, ma proprio gli pare
freddina, resistente e gommosa come un cevingum.
Vabbè dice lui, me la porto a casa e
la rimetto un po’ nel forno.
Col cavolo pensa
Margherita: dovevi approfittarne prima,
quando ancora ardevo di passione, adesso sono solo cazzi tuoi.
Il poveretto torna a casa, accende il grill dell’amore domestico e prova far rinvenire l’amante pizza. Scaldarsi si scalda, ma si è fatta rigida e gnucca; ora, quando lui l’addenta non sente più il calore della passione bensì il ribollire del risentimento: Bravo Bravo, non va giù vero? – sussurra Margherita con lo sdegno della martire – Perché non chiedi aiuto alla tua amica Birra, adesso?Ah, non ce n’è più? Come mi dispiaaace.
Il poveretto torna a casa, accende il grill dell’amore domestico e prova far rinvenire l’amante pizza. Scaldarsi si scalda, ma si è fatta rigida e gnucca; ora, quando lui l’addenta non sente più il calore della passione bensì il ribollire del risentimento: Bravo Bravo, non va giù vero? – sussurra Margherita con lo sdegno della martire – Perché non chiedi aiuto alla tua amica Birra, adesso?Ah, non ce n’è più? Come mi dispiaaace.
sabato 14 luglio 2012
Sacher Monti, la Suocera Italica e il ritorno del Millefoglie
Massima
aspirazione di una madre piccolo borghese era, in tempi nemmeno troppo remoti,
che la figlia sposasse un ingegnere. Bastava masticare la parola: “ingegnuere” per sentire la bocca riempirsi di orgogliosa
soggezione. Era stimabile, per definizione, l’Ingegnere, sobrio, un po’ distaccato ma
sicuramente capace di garantire alla figliola il lustro e lo status cui mamma
aspirava. Sai che Figura ci facevi con parenti e vicini tutti? “Mia figlia ha
sposato un ingegnere.”
E
l’ingegnere era un maschio Sacher. Un individuo prestigioso, glassato, composto.
Quando
doveva ricevere l’ingegnere, mamma si faceva venire l’ernia a furia di lustrare,
spendeva la tredicesima per allestire il pranzo, andava a farsi i capelli e
casomai si comprava pure una cosina decente alla boutique. Ovviamente, lui, la suocera se la filava
quasi niente, ma a lei bastava un benevolo assenso alla lasagna per sentirsi
ripagata. Si accontentava, santa donna, ma soprattutto intuiva che dietro la
glassa di inappuntabile compostezza esibita dal genero\ Sacher, si celavano gli
incessanti rovelli dell’Uomo Gravato di Responsabilità.
Da
qualche tempo la Suocera Italica ha affidato le sorti della sua figliola a Sacher
Monti, il quale, come è ben noto, non è Ingegnere ma Economista - che oggi come
oggi è una bella posizione, non scherziamo!
Gli
ingegneri ai giorni nostri sono decadutissimi ma gli economisti piacciono di brutto: sono
loro ad avere ereditato quel glamour pensoso che manda le suocere in
solluchero. E Sacher Monti giunto a riparare le nozze infauste con il
Millefoglie di Arcore ha riempito la Suocera
Italica di novello orgoglio: lui sì che ci fa fare bella figura in giro per il
mondo! Finalmente un uomo serio.
Ecco
perché la suocera Italica è lieta di sgobbare per un suo sorriso; ecco perché,
senza fare un pio, impegna i gioielli di famiglia per garantirgli un banchetto
adeguato. La suocera Italica è felice di fare i sacrifici per un uomo tanto
serio: poche parole molti fatti… un po’ come il dottore, quello che ci spende
un patrimonio ma è un Professore, quello che senza proferire verbo le ordina
tre mesi di iniezioni di quelle che
fanno un male dell’ostrega e quindi sicuramente
fanno bene.
Ma
proprio adesso che la suocera s’è tanto affezionata ecco che la figlia
ricomincia flirtare col Millefoglie di Arcore. O almeno così sostiene lui, ma
lui, si sa, di palle ne racconta!
Potrà la Suocera Italica continuare a dormire
sonni tranquilli, poveri e internazionalmente prestigiosi?
C'è chi insinua che persino lei abbia iniziato a sognare i
bei tempi andati dei completini avio, l’esibizione trionfale dei bignè d’oro ai lobi delle orecchie, la
fiera manifestazione di mediocrità, impugnata come diritto rivoluzionario tra
un garrire di bandiere tricolore:
Dicono le malelingue che la poverina, a volte, desidera obliarsi e sprofondare, strato dopo strato, nel pietoso oceano
di fandonie propinate dal vecchio Millefoglie.
Chi
lo sa? Una cosa è certa, dopo le clavate che Moody’s ha assestato, senza pietà, sulla glassa imperturbabile di Sacher Monti, la suocera italica sicuramente dorme male.
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sabato 7 luglio 2012
coming soon
Sono un essere lento: sto incubando questo primo post da un mesetto circa. Ma temo che il parto non sia maturo. Quindi torno alla catatonia, nella speranza che qualcosa di intelligente, o apparentemente tale, prima o poi mi assalga.
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